ARGINE DEGLI ANGELI
Abbiamo percorso un’area che segna il confine naturale tra le province di Ravenna e Ferrara, partendo dalla foce del fiume Reno, che in questo tratto presenta uno dei suoi aspetti più selvaggi e incontaminati.
Per accedere alla sponda nord e proseguire lungo l’itinerario, è necessario attraversarlo appena fuori il paese di Sant’Alberto.
Qui si trova un pittoresco traghetto elettrico a fune, che nonostante i pochi metri di tragitto, apre a uno scenario completamente diverso e incredibile.
Salendo sull’argine del Reno si imbocca la strada sterrata in direzione est, proseguendo sospesi tra il fiume e le Valli di Comacchio
Si imbocca quindi l’ambito dell’Argine degli Angeli, un sentiero che pare sospeso nel cielo, circondato dalle immote acque delle valli e da stormi di uccelli meravigliosi.
Il suo nome parrebbe avere origine proprio dalla presenza di specie di uccelli di grandi dimensioni, dotate di ali bianche “come gli angeli”: aironi bianchi maggiori, spatole o addirittura pellicani avrebbero nidificato massicciamente su questo dosso, rendendolo diverso da tutti gli altri della zona umida, in genere occupati da esemplari più modesti.
Un nome poetico: Argine degli Angeli. Un paesaggio unico al mondo, le Valli di Comacchio, dove l’industriosità dell’uomo si allinea alle modificazioni della natura. È in questi luoghi che la Genga ha organizzato una domenica fuori dal comune, camminando tra cielo e mare, in mezzo ad animali bellissimi e una flora assolutamente particolare. Fenicotteri, cavalieri d'Italia, aironi bianchi e cinerini, folaghe, anatre e germani reali, cigni, gabbiani, garzette, avocette e tanti altri. La flora, tipicamente palustre, ci ha regalato la visione di piccoli arbusti, foglie e fiori interamente imbozzolati in enormi tele di ragno, quasi colpiti da un incantesimo. Invece erano le intelligenti trappole dei ragni per imprigionare gli insetti senza fatica. Abbiamo camminato a lungo in mezzo a queste meraviglie, rinnovando amicizie e relazioni personali. Da suggellare poi a tavola, con un sontuoso pranzo di pesce, capace di far dimenticare tutte le fatiche. Da parte della Genga, grazie a tutti coloro che hanno voluto partecipare a questo appuntamento, con disponibilità e grande spirito di aggregazione.
Foto di Nuccio Spataro, Silvana Mariotti, Augusto Gatti