La Sede
La vecchia stazione della ferrovia Rimini-San Marino di Domagnano, in via Romolo Murri 13, è situata all'interno di un piccolo parco, ed in una posizione centrale e facilmente raggiungibile. Qui dal 1 Agosto 2008 ha la propria sede l'associazione "La Genga". Questo edificio storico era da tempo abbandonato ed in uno stato pietoso sia all'esterno che all'interno. Nel piazzale di fianco si trovano ancora alcuni carri merci che giacciono li abbandonati sulle loro rotaie dal lontano 1944, in parte coperti dalle piante che da allora sono nate e ovviamente in condizioni che risentono di tutti gli anni passati all’aperto.
Salta immediatamente agli occhi la forte pendenza dell'edificio: narrano i più anziani che subito dopo la costruzione negli anni 30 del secolo scorso, vi fu un'inclinazione della stazione dovuta al cedimento delle fondazioni, e che fu immediatamente creato un rinforzo in cemento armato sul lato posteriore dove era avvenuto il cedimento. Da allora l’inclinazione è rimasta invariata anche se impressionante.
Quando per la prima volta siamo arrivati davanti a questo edificio, dopo che ci era stato dato in uso dallo Stato, era in condizioni così disastrate che abbiamo dubitato che potesse diventare abitabile, ma poi ci siamo rimboccate le maniche e con l'impegno ed il lavoro di molti soci dell'Associazione, la vecchia stazione del trenino Rimini-San Marino è stata ben restaurata ed ha ripreso una nuova vita. Per rispettare i caratteri originali abbiamo cercato di lasciare tutti i segni del vecchio utilizzo ed è stato un lavoro lungo, complesso e faticoso, ma ne è valsa la pena.
Venerdì 1 Agosto 2008 i Capitani Reggenti Rosa Zafferani e Federico Pedini Amati, accompagnati dal segretario di Stato al Territorio Marino Riccardi e dal Capitano di Castello, Pier Marino Felici ci hanno fatto l'onore di inaugurare la rinnovata struttura. Dopo i discorsi di rito e l’intervento di saluto del presidente dell'Associazione Roberto Bucci, la Reggenza ha tagliato il nastro, ha visitato i locali della nuova sede e guardato con interesse le fotografie delle innumerevoli attività escursionistiche e naturalistiche organizzate negli anni dall’associazione La Genga.
La Ferrovia Rimini-San Marino
"La Genga" è molto legata al vecchio trenino biancazzurro, sia per averne percorso a piedi molte volte il tracciato, sia per avere la sede nella abbandonata stazione di Domagnano. Ancora oggi molti rimpiangono questa importantissima opera ingegneristica che aveva allora, ed avrebbe avuto ancor di più oggi, una grande importanza nel collegamento con la riviera ed anche come richiamo turistico. L'abbandono di questa tratta ferroviaria risulta ancor più incomprensibile considerando che i danni subiti dal passaggio del fronte bellico non erano poi così rilevanti, mentre l'insipienza dei governanti fu più deleteria delle bombe.
Per questo vi proponiamo, qui di seguito, un breve testo di Gian Guido Turchi, storico delle ferrovie, sulla storia e sulle caratteristiche del "trenino biancazzurro".
“La ferrovia che collega San Marino con Rimini, vecchia aspirazione della Repubblica di San Marino, cominciò a concretizzarsi con gli accordi bilaterali Italia – San Marino del 26 marzo 1927 , che impegnavano il Regno d’Italia in questa realizzazione. La gara di appalto fu vinta dalla Società Veneto – Emiliana di Ferrovie e Tramvie (SVEFT) che iniziò i lavori il 3 dicembre 1928 con la posa della prima pietra della stazione cittadina di San Marino.
I lavori, frutto di accordi internazionali, procedettero celermente, giungendo ad impegnare 3000 operai. Benché relativamente breve, 32 km, la costruzione poneva grossi problemi per la natura instabile dei terreni attraversati ai piedi del Titano e per la difficile ascesa del monte da Borgo Maggiore a San Marino. Fu così necessario realizzare 17 gallerie, 8 ponti o cavalcavia e ben 185 manufatti minori.
Infine, il 12 giugno 1932, la moderna ferrovia elettrica fu solennemente inaugurata dal ministro delle Comunicazioni italiano Costanzo Ciano, presenti i Capitani Reggenti di San Marino e le principali autorità dei due stati. La natura spiccatamente turistica del tracciato decretò un rapido successo del collegamento, complice la creazione, dal 1931, dei “treni popolari” che consentivano, a prezzi notevolmente contenuti, viaggi di piacere anche alle fasce sociali meno abbienti.
Il treno bianco – azzurro serviva nove stazioni e fermate, avvalendosi di quattro elettromotrici, sei carrozze, fra cui un saloncino per le autorità, e diciotto carri merci di vario tipo. L’elettrificazione era stata realizzata in tensione continua a 3000 V, un sistema ancora poco più che sperimentale sulle Ferrovie dello Stato, che poi lo renderanno di generale utilizzo fino ai giorni nostri.
Il successo del collegamento continuò fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, nel 1940, e servì poi principalmente agli italiani che salivano in Repubblica alla ricerca dei generi alimentari ormai razionati, finché, dalla fine del 1943, i bombardamenti prima e l’utilizzo delle gallerie sammarinesi come rifugio degli sfollati poi, non costrinsero, il 4 luglio 1944, a sospendere il servizio.
Nel dopoguerra, pur essendo la meno danneggiata delle ferrovie facenti capo a Rimini, solo su questa linea non si mise mano alla ricostruzione, per una serie di motivi legati principalmente alla sua natura internazionale. Sebbene mai ufficialmente soppressa, ma solo “interrotta”, la ferrovia cominciò una lenta agonia fatta di furti e di vandalismi che costituirono, con il passare degli anni, una distruzione di fatto, accentuata dalla costruzione della superstrada Rimini – San Marino che, sul finire degli anni cinquanta, si fece largo anche demolendo tratte e manufatti della strada ferrata in abbandono.
Progetti di ricostruzione e di rilancio si sono inutilmente susseguiti nel tempo fino ad oggi, provando almeno quale sia il rimpianto per questo collegamento che ebbe così breve vita e che tornerebbe a servire egregiamente un territorio ormai assediato dalle automobili. Molteplici esempi, in Italia e all’estero, comparabili con la realtà sammarinese, dimostrano quali siano le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie ferroviarie e quali eccellenti risultati potrebbe fornire un treno bianco – azzurro in linea con il terzo millennio che stiamo vivendo.”
A CHI VOLESSE ULTERIORMENTE DOCUMENTARSI CONSIGLIAMO IL LIBRO "RIMINI - SAN MARINO IN TRENO" DELLO STESSO AUTORE: GIAN GUIDO TURCHI.
PER CHI VUOLE VEDERE IL TRACCIATO DELLA FERROVIA INSERITO SOPRA L'ATTUALE SITUAZIONE VISTA CON GOOGLE MAPS (per vedere lo scempio che ne è stato fatto: www.scribblemaps.com/maps/view/FERROVIARIMINISANMA...